Parte con l'udienza dedicata al boss Giuseppe Gallo, la lunga serie di ricorsi al tribunale del Riesame per gli ottantasei indagati nell'operazione “Pandora – Matrix” che ha messo in ginocchio poco meno di due settimane fa il clan Gallo – Limelli – Vangone. Verrà discussa stamattina la posizione del boss fintosi pazzo secondo la Dda per far saltare tutti i processi a suo carico. Con la sua verrà vagliata tra le altre anche la posizione di Gaetano Carotenuto, il commesso del tribunale di Torre Annunziata accusato di aver favorito il clan occultando documenti relativi ai processi del capoclan “Peppe 'o pazz”. Capoclan che è stato nel frattempo trasferito dall'Opg siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto al carcere friulano di massima sicurezza di Tolmezzo. Un provvedimento chiaro che fa capire l'orientamento degli inquirenti riguardo la sua capacità di stare in giudizio. Capacità riconosciuta per la prima volta ieri dal tribunale di Torre Annunziata che lo ha condannato a sette mesi di reclusione per violazione degli obblighi derivanti dalla sorveglianza speciale. Un procedimento, svoltosi dinanzi al giudice monocratico Maria Grazia Di Somma, slittato più volte per il susseguirsi delle perizie psichiatriche pro e contro la procedibilità contro Gallo. Tra gli
esperti a deporre dinanzi al giudice oplontino fu anche lo psichiatra Adolfo Ferraro, arrestato nel corso dell'operazione con l'accusa di aver agevolato la latitanza del boss, proprio all'indomani del blitz presso l'Asl di Secondigliano nel corso del quale Gallo finì in manette. Oltre al direttore dell'Opg di Aversa si sono succeduti anche gli psichiatri Pannain che confermò l'ipotesi di Ferraro mentre il suo collega Forziati si espresse contro il boss definendolo un simulatore. Proprio oggi il tribunale delle Libertà si pronuncerà riguardo l'istanza difensiva di scarcerazione presentata dai legali del professore, Domenico Ciruzzi e Valerio Esposito. Oltre alle richieste difensive basate soprattutto sull'inutilizzabilità delle intercettazioni captate a carico del medico, in quanto consulente di parte della difesa e pertanto soggetto alle stesse garanzie della parte processuale, il trio giudicante dovrà valutare anche gli ulteriori documenti presentati dal sostituto procuratore titolare dell'inchiesta, Pierpaolo Filippelli. Si tratta di una consulenza privata redatta dal medico all'epoca della degenza presso l'ospedale di Reggio Emilia. Entro oggi i giudici scioglieranno la riserva riguardo la più controversa posizione tra le ottantasei persone raggiunte dall'ordinanze di custodia cautelare.