Cronaca
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Castellammare - Sconto di pena per Cavaliere, ''pentito credibile''

La condanna a 30 anni di reclusione sarà ora rivista.

tempo di lettura: 2 min
28/02/2017 09:46:03

L'omicidio di Tommasino

Sconto di pena per Renato Cavaliere, uno dei killer del consigliere comunale del Pd Gino Tommasino. A stabilirlo è stata la quinta sezione penale della Corte di Cassazione presieduta da Bruno Paolo Antonio. Accolto, quindi, il ricorso presentato dai legali di Cavaliere, oggi collaboratore di giustizia. Cavaliere è stato ritenuto un “pentito credibile” e, per questo, ha beneficiato di questo sconto. In primo grado Cavaliere era stato condannato all’ergastolo. Poi, nel secondo grado di giustizia la pena era stata ridotta a 30 anni di carcere. Ora la nuova riduzione.

Le sue dichiarazioni hanno permesso di far luce su mandante e movente del delitto Tommasino. “L’ordine di uccidere Tommasino – ha rivelato Cavaliere - fu dato dal clan D'Alessandro perché il consigliere del Pd aveva favorito altri nell'ambito della gestione delle strisce blu sul territorio stabiese e non gli amici della cosca". Per il delitto del politico del Pd erano già stati condannati, in via definitiva, gli altri due killer, che avevano confessato la loro partecipazione all'agguato. Si tratta di Salvatore Belviso e Raffaele Polito, entrambi oggi collaboratori di giustizia. Dovranno scontare rispettivamente 18 e 12 anni di reclusione. Condannato a 30 anni anche Catello Romano.

Tommasino, lo ricordiamo, fu ucciso il 3 febbraio 2009 al viale Europa. Fu una vera esecuzione. Tredici i colpi di pistola esplosigli contro, mentre si trovava in auto con il figlio, all'epoca ancora minorenne e rimasto miracolosamente illeso. Prima della condanna Renato Cavaliere, collegato con i giudici in videoconferenza, aveva chiesto "perdono alla famiglia Tommasino. Io ero il reggente del clan - affermò - e avevo carta bianca dal boss Vincenzo D'Alessandro per eliminare le persone che intralciavano i nostri affari. Come appunto Gino Tommasino. La mia è stata una vita sbagliata. Abbiamo fatto cose che neanche gli animali". Le rivelazioni dei collaboratori di giustizia potrebbero far luce anche sui segreti del clan di Scanzano, relativi in particolare al periodo compreso tra il 2009 e il 2012. Anni segnati da diversi omicidi che insanguinarono le strade di Castellammare.

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