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Un record per le donne ugandesi, l'italiana Gianotti ha attraversato gli USA pedalando con cuore e passione

L'obiettivo iniziale era raccogliere fondi per donare 48 bici alla popolazione femminile del Karamoja, ora si punta a toccar quota 100 entro ottobre

tempo di lettura: 7 min
di Stefania Schettino
25/07/2016 22:24:37

Paola Gianotti (Foto Keepbrave.com)

Un Guinness World Record in nome della solidarietà. È l’impresa compiuta da Paola Gianotti, ciclista italiana che ha attraversato in circa 43 giorni 48 stati degli Usa con l’obiettivo di raccogliere fondi per l’acquisto di biciclette destinate alle donne ugandesi del Karamoja. Il sogno in origine era donare 48 bici, una al giorno in base all’itinerario iniziale che la 35enne è riuscita addirittura a migliorare stabilendo un nuovo primato mondiale in attesa di omologazione, la realtà si è dimostrata ancor più splendida consentendole di ottenere un risultato persino migliore anche sotto il profilo solidale arrivando a raccogliere fondi per acquistarne ben 73. La cittadina eporediese ha scelto “Bicycle Against Poverty” e “Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo” quali enti da affiancare in questa splendida iniziativa di solidarietà che la vedrà far tappa in Uganda nelle prossime settimane. «Non mi bastavano più i record sportivi – ha spiegato Paola Giannotti a Piacenza durante l’evento promosso da “Africa Mission” –, così ho deciso di raccogliere fondi per donare delle biciclette alle donne ugandesi. In principio dovevano essere 48, in realtà oggi siamo arrivati a 73. Ho deciso di dedicarmi all’Africa poiché lì risulta estremamente difficile spostarsi se non a piedi, in Uganda le bici rappresentano un mezzo di trasporto importantissimo che incarna al contempo uno strumento di emancipazione femminile. Sono davvero orgogliosa, nel mio piccolo ho confermato una volta di più che lo sport è solidarietà».
Non si tratta della prima impresa della ciclista italiana che negli anni addietro ha stabilito un altro record percorrendo 29.430 km in 144 giorni tra Francia, Spagna, Portogallo, Australia, la suggestiva Pampa argentina, le Ande e l’arido deserto di Atacama in Cile. Poi gli Usa, dove un incidente l’ha frenata a Phoenix, e la successiva ripartenza dalla città americana con capolinea dell’avventura ad Istanbul. Una traversata sportiva densa di significati, un autentico viaggio interiore alla ricerca della soddisfazione personale, un piccolo contributo per cercare di risvegliare l’umanità assopita e rinchiusa dalle leggi umane ed economiche così da sensibilizzarla sulla tutela della natura e dell’ambiente in cui viviamo. È stata la prima donna italiana, la seconda al mondo, ad attraversare in bicicletta, nel dettaglio, quattro continenti e venticinque paesi in 144 giorni. Con il suo “Keep Brave” Gianotti ha anche portato avanti un progetto legato all’ecosostenibilità con il Politecnico di Torino rilevando la qualità dell’aria nei Paesi attraversati. A luglio 2015 ha inoltre percorso la Russia da Mosca a Vladivostock partecipando, come unica donna in coppia con l’ultracycler vicentino Paolo Aste, alla prima edizione della RedBullTransiberian Extreme. Il percorso si snodava lungo il leggendario percorso della Transiberiana: 9.200km con oltre 60.000 di dislivello, 9 fusi orari, 7 zone climatiche diverse. Un’esperienza estrema, affascinante, di vita. Ed a gennaio è stata testimonial di Bike the Nobel, la campagna per candidare la bicicletta al Premio Nobel per la pace.
L’ultima avventura in nome dell’Uganda è stata ancor più suggestiva e pregnante sotto il profilo sociale, oltre 12mila chilometri percorsi in 43 giorni per contribuire all’emancipazione delle donne del Karamoja. La partenza è avvenuta nello stato di Washington e si è conclusa nel Maine. I chilometri percorsi sono stati 11.533, 560 le ore di pedalate, 58.000 i metri di dislivello, 500 le borracce consumate, 80 le banane, 140 i panini, 258.000 le calorie bruciate, 42 i gradi di escursione termica toccati. «Pedalare 43 giorni senza concedertene nessuno di riposo – ha spiegato Paola Gianotti –, ti fa vivere una grande sfida e soprattutto un grande viaggio interiore. I momenti di spossatezza sono stati tanti, ma l'unica crisi vera l'ho subita dopo la 35sima tappa dato che 10.000 chilometri e tante salite alle spalle mettono duramente alla prova il tono muscolare. Il traffico mi ha fatto spesso paura anche se tengo a sottolineare che gli automobilisti americani dimostrano un rispetto enorme per il ciclista. In fase di sorpasso, nel mio caso, mi agevolavano in ogni modo e se c'era la doppia linea continua non azzardavano la minima manovra. La parte che mi è piaciuta di più è stata la prima: parchi, deserti, rocce rosse e spazi immensi che mi emozionano sempre quando pedalo. Il meteo per fortuna è stato clemente, poche piogge intense e freddo vero solo in altura, in Arizona. È stata senza dubbio la prova più dura che abbia mai affrontato sia dal punto di vista fisico che mentale». I tantissimi chilometri sin qui percorsi in carriera hanno fatto toccare con mano alla Gianotti anche emisferi femminili lontani anni luce da quello occidentale. «Nei paesi musulmani è successo qualcosa di particolare – ammette la ciclista eporediese –, in primis perché ho incontrato poche donne per strada. Molte mi osservavano con una sorta di curiosità mista allo stupore, probabilmente anche con un pizzico di complicità: loro mi vedevano in viaggio, in bicicletta, in una situazione che probabilmente vedono solamente nei film e che difficilmente hanno mai vissuto. È stato come se a loro modo mi avessero detto “Vai avanti per tutte noi”. Ovviamente questo progetto interessa le donne perché io lo sono in prima persona. Penso che soprattutto nei paesi meno fortunati come l’Africa sia necessario un po’ più di riguardo nei nostri confronti, è questo il motivo per cui ho deciso di coinvolgere la popolazione femminile del Karamoja. Si può contribuire all’acquisto delle biciclette attraverso il mio sito keepbrave.com oppure paolagianotti.com cliccando nella sezione della nuova impresa dove è possibile acquistare l’equivalente di mezza bicicletta al costo di 60 euro o una bicicletta al costo di 120 euro. Io poi invierò una bandana “Keep Brave” di ringraziamento a chi regala mezza bicicletta e la maglietta “Keep Brave” o il mio libro “Sognando l’infinito” a chi invece dona una bicicletta “intera”. Per ora ne sono state già acquistate 13 e mezza in 4 giorni di donazione, dunque sono molto contenta perché ciò vuol dire che la sensibilizzazione verso le persone sta funzionando. Di certo nei paesi meno sviluppati ci sono ancora tante conquiste da raggiungere, in Africa vengono esercitate pratiche che non conosciamo e che sono fuori dal mondo per noi. Lì c’è da conquistare la libertà e portare avanti la lotta per i propri diritti». Paola Gianotti ha dunque pedalato forte anche con il cuore raccogliendo i fondi che, tramite “Africa Mission” e “Bicycle Against Poverty”, consentiranno di donare 73 e più biciclette ad altrettante donne ugandesi. L'arrivo a Piacenza della piemontese nell’ambito dell’evento organizzato il 22 luglio da “Africa Mission” e la sua storia hanno subito innescato una volata solidale con tre biciclette che in pochi giorni sono state donate dalle ragazze del Vo2 Team Pink, la società amatoriale Vo2 e Sandra Biondi in rappresentanza di “Biondi e Pallavera”. L’attuale sogno, alla luce dei sorprendenti risultati sin qui ottenuti, è raccogliere entro ottobre fondi tali da poter acquistare un totale di 100 biciclette, una risorsa fondamentale in un’area in cui ci si muove soprattutto a piedi e che, di fatto, potrebbe rappresentare per le donne uno strumento di emancipazione sociale di straordinaria rilevanza. «Ogni volta che attraversavo un momento di difficoltà pensavo alle donne in Uganda – ammette Paola Gianotti –, al fatto che questo record lo stavo firmando per regalare loro un sorriso. Riuscire ad acquistare tante biciclette da donare mi fa sentire orgogliosa e felice, soprattutto perché andranno ad attiviste che lottano per i nostri diritti in una realtà dove la disparità sociale tra uomo e donna è ancora molto sbilanciata. E così, pensando soprattutto a loro, ho continuato a pedalare senza sosta. Quello che auguro alle donne dei paesi meno fortunati è di riuscire a lottare fino in fondo per i loro diritti senza mollare mai. Non dobbiamo sentirci inferiori agli uomini, dobbiamo comprendere che possiamo realizzare i nostri sogni senza limitazioni di genere». L’augurio è che il cuore e la passione della Gianotti possano spianare la strada a progetti solidali sempre più lodevoli.

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